50 Anni dopo Budapest 1956


Giovedì 26 ottobre 2006
Fondazione Carige
Sala Porta Soprana
Via Gabriele D'Annunzio 105, Genova
 

50 Anni dopo Budapest 1956
Lajos Pintér e Federigo Argentieri
 

Lajos Pintér


Cinquant'anni dopo, la rivoluzione ungherese del 23 Ottobre 1956 sembra la storia di Davide e Golia. Dominati per un decennio dall'Unione Sovietica e dai suoi sostenitori locali, gli unghersi insorsero per rivendicare il loro diritto a un'esistenza indipendente. La rivoluzione fallì, dopo tredici giorni di avvenimenti altamente drammatici, piene di speranza e disperazione. L'armata russa prevalse. Il governo ungherese di Imre Nagy si sciolse e i suoi ministri furono arrestati, rapiti o cooptati. Ci furono numerosi processi, dire condanne e un esodo massiccio di ungheresi verso i paesi del “mondo libero", fino ad un'amnistia generale raggiunta soltanto nel 1963.
Oggi, a cinquant'anni da quegli avvenimenti, si può raccontare una storia più complessa ed articolata: dopo il collasso del comunismo l'apertura degli archivi ungheresi e societici, insieme a documenti segreti americani e di altri paesi, consentono di descrivere l'insurrezione del popolo ungherese in modo pià appropriato, facendo luce sulle responsabilità e sui fatti accaduti.

Cinquant'anni fa, il 23 ottobre del 1956, in Ungheria scoppiava la prima rivolta popolare contro l'Unione Sovietica in un paese dell'Europa dell'Est.
Il 26 ottobre 2006, Lajos Pintér - all'epoca uno studente militante attivo nell'insurrezione -  elo storico Federigo Argentieri, hanno raccontato una versione dei fatti sgombra da condizionamenti “fino al 1990 non si è saputo quasi nulla sulla rivoluzione d'Ungheria - dice Erminio Raiteri, il moderatore dell'incontro - i sovietici hanno pubblicato solo un libro bianco in tre volumi. In occidente si parlava di controrivoluzione, ma la comunicazione era impregnata di propaganda antisovietica e anticomunista”.
Negli ultimi quindici anni - caduto il muro di Berlino e no esso la struttura bipolare del mondo - si è potuta ricostruire la storia di quei giorni, grazie anche alle nuove fonti degli archivi segreti, resi finalmente pubblici.
"Io non sono un'eroe - dice Pintér - solo per caso sono diventato protagonista di una rivoluzione.
oggi console onorario a Verona, all'epoca era studente universitario a Jaszbereny. Tutte le estati c'era un mese di servizio militare obbligtorio, imposto dai russi: “durante le vacanze ci hanno insegnato a sparare e a tirare bombe a mano - dice - è per questo che li abbiamo messi in difficoltà. Il paradosso è che senza il loro addestramento non ce l'avremmo mai fatta”.
Furono tredici giorni deliranti: sia per il sapore di libertà che gli ungheresi respirano improvvisamente, sia per le tragedie che ne derivano. “Volevamo giustizia sociale e libertà - dice Pintér - solo questo”.
Poi Budapest viene assediata, l'AVH ungherese (la polizia segreta) bracca i ribelli e la fuga rimane l'unica soluzione. Pintér lascia il suo paese appena prima che i sovietici reprimano nel sangue la rivolta, e arriva in Italia.
Viene condannato a morte in contumacia, ma così facendo salva la vita ai suoi  compagni: “nel mio gruppo eravamo in diciotto. Al processo tutte le colpe vennero addossate a me. Un giudice che aveva buon senso mi condannò a morte sapendo che l'avrei scampata, e elleggerì le pene degli altri”. Dopo tanti anni Pintér potè tornare a casa. Lì ritrovò i suoi vecchi amici, che gli regalarono la bandiera di allora, tagliata al centro per eliminare lo stemma della repubblica popolare con stella falce e martello. Vessillo che ha campeggiato anche al Centro Culturale Europeo in occasione dell'incontro.

Lajos Pintér
Nato a Sajoivanka nel 1935, è cittadino italiano dal 1964. Nel 1956 a Jaszbereny partecipa con altri universitari all'organizzazione dei comitati studenteschi ed operai, dove prende parte alla resistenza contro l'occupazione sovietica. Dal 1990 promuove attivamente il miglioramento e l'allargamento delle relazioni italo-ungheresi nel campo scientifico, politico, economico, militare e culturale. Dal 2001 è Console Generale Onorario a Verona, Padona, Vicenza e Mantova.

Federigo Argentieri
Specialista di fama internazionale di storia, storiografia e istituzioni politiche dell'Ungheria, ha pubblicato e tradotto fonti, rticoli e saggi in materia, e curato l'edizione italiana di note opere di István Bibó e jenö Szcüs. Con la Marsilio Editori ha pubblicato il libro Ungheria 1956 - La rivolziione calunniata. Nel 1989 è stato co-fondatore dell'Istituto per la storia della rivoluzione ungherese del 1956. Attualmente insegna presso la John Cabot University di Roma.

Modera
Erminio Raiteri
Preseidnete Associazione culturale Liguria-Ungheria