Sulla Televisione: la privazione del senso


Venerdì 24 novembre 2006
Fondazione Carige,
Sala Porta Soprana,
Via Gabriele D'Annunzio 105, Genova

Sulla Televisione: la privazione del senso
Incontro tra Bernard Noël e Antonio Ricci

Iniziata sin dagli anni sessanta, quando gli intellettuali si divisero in apocalittici e integrati, la querelle sulla televisione continua ancor oggi ad appassionare e contrapporre critici ed apologeti.
C'è chi la considera una “cattiva maestra”, manipolatrice delle coscienze e chi, al conttrario, ne esalta il ruolo divulgativo e la funzione democratica. Un dibattito di grande attualità che mette a confronto Bernard Noël, uno dei maggiori intelletuali francesi, severo critico della televisione, autore del saggio “La privazione del senso”, e Antonio Ricci, il popolare registra televisivo, inventore di originali programmi di intrattenimento e denuncia come Striscia la notizia. Modera Arnaldo Bagnasco, autore di memorabili trasmissioni culturali televisive. Fuori dalla logica del talk show, è stata un'occasione per riflettere su uno dei temi cruciali per il futuro della nostra società.

Dibattito serrato tra Bernard Noël e Antonio Ricci sul media più seduttivo di tutti i tempi. Per l'intellettuale francese la televisione occulta la coscienza. Ma il popolare regista di Mediaset replica: “la cultura non appartiene alla tv; ci pensi la scuola alla formazione”. L'incontro è stato organizzato in collaborazione con la rivista culturale “Icaro”, che sull'ultimo numero del 2006, dedicato al tema della censura, hapubblicato in saggio di Bernard Noël dal titolo “La privazione di senso”. l'intellettuale in queste pagine fa un'analisi impietosa della televisione francese: “La televisione rende passivi, addormenta le coscienze, rende i cervelli delle persone disponibili a recepire messaggi pubblicitari e dunque al consumo. È stato proprio il direttore di TF1, il principale canale francese, ad affermare chiaramente che l televisione è fatta per creare cervelli disponibili”. Prende la parola Ricci.
Non contesta Noël, anzi gli da ragione. Secondo l'autore di Striscia la notizia “la televisione è una grande meretrice, un immenso mercato, un gigantesco suq. Non solo si trasmettono televendite a ogni ora del giorno, ma ci sono persone che vendono se stesse, il proprio dolore, la propria bizzarria”. Eppure la televisione può dimostrare di avere un senso. Ricci mostra alcuni filmati di Striscia la notizia, ricorda che il programma ha permesso di smascherare grandi truffe e certi trucchi della politica. Resta però evidente l'impoverimento della televisione. Ricci non vuole prendersi tutte le colpe a nome della categoria. Afferma che a scuola bisogna imparare a conoscere il linguaggio televisivo, a smontare i meccanismi, solo così ci può difendere". E arriva a dire: “La cultura non può essere imposta in televisione, è qualcosa di estraneo al mezzo”. Bernard Noël si dice d'accordo sul ruolo che la scuola dovrebbe avere. Bagnasco invece prende la parola con veemenza per affermare il suo punto di vista: “La scuola? Certo, dovrebbe fare di più. Ma non è questo il punto. Una televsione migliore è possibile. Un tempo la si faceva, si realizzavano programmi di qualità. Adesso si è perso il senso della complessità. C'è un fantasma che si aggira per i media, è quello dello stereotipo. In televisione dominano gli stereotipi e anche Ricci li usa, basti pensare alle veline”. La replica di Ricci non si fa attendere. “Insisto, anche nei cosidetti programmi culturali non interessa a nessuno ciò che una persona dice davvero. Si aspetta solo la rissa. Le veline esistevano già, io le ho solo messe in evidenza. La tv è piena di veline, nel senso di persone che vogliono solo esibire se stesse. ”A Striscia la notizia" afferma Ricci, "vogliamo amontare il meccanismo dell'informazione. Io affido le inchieste a personaggi improbabili, come il Gabibbo o apitan Ventosa.
Ma se ce la fanno loro, ad arrivare fino in fondo, perchè non dovrebbero riuscirci il Tg1 o il Tg5?".
 


Bernard Noël
Saggista, criticao d'arte, poeta, autore di opere di narrativa e teatro, è uno dei maggiori intellettuali francesi. Ha segnato e segna in maniera incisiva la vita culturale d'Oltralpe, anche per il suo impegno etico e politico. Ha diretto le collane di poesia Flammarione e Fata Morgana. Attualmente dirige la rivista Correspondances. Tra le sue opere pubblicate in Italia si ricordano: Artaud e Paule (Joker, 2006); La malattia della carne (Abramo, 2003); Estratti dal corpo (Mondadori, 2001); Il castello di Cène(Sonzogno, 1996). La rivista culturale Icaro ha recentemente pubblicato un suo saggio sullo stato della televisione francese dal titolo “La privazione del senso”.
 


Antonio Ricci
Produttore e autore televisivo, a soli 28 anni firma Fantastico, programma di prima serata del sabato di Rai Uno.
Da allora ha realizzato trasmissioni che hanno fatto la storia della televisione, sia per la Rai che per Mediaset, come le prime tre edizioni di Fantastico (1978, ‘79, ’80), Te la do io l'America!(1980), Drive In(1983 al 1988), L'Araba Fenice (1988), Paperissima (dal 1990 a oggi), Venire (2002), Cultura Moderna (2006) e il quotidiano satirico Striscia la notizia, giunto alla diciannovesima edizione.

Modera
Arnaldo Bagnasco
Preseidente di Palazzo Ducale a Genova. Scrittore, sceneggiatore teatrale e autore di prestigiosi programmi culturali televisivi, quali Mixer-cultura, Punto e a capo, Aspettando, Tenera è la notte, Palcoscenico.